lunedì 28 gennaio 2008

27/01/1945...il ricordo

Eh si, una data da ricordare, una data da imprimere nella memoria.
E' giusto sia così, è giusto lo rimanga, per sempre!

Vorrei lasciare anche la mia, modestissima, testimonianza.

Anni fa, sono stato a Dachau, vicino a Monaco, sede di uno dei più grandi campi di concentramento.
Nonostante l'aria della gita scolastica, in un paese straniero...non si può scordare quel posto...non si deve!
Tutto sembrava andare ad una velocità diversa, il silenzio, gli odori, tutto ti portava a quegli anni, dove, regnava il terrore e la morte...quella terra che calpestavi, quelle baracche così fredde, quei forni così assurdi, avevano visto morire migliaia di persone innocenti, sangue e lacrime su quella terra sotto ai nostri piedi.
Tutto quell'orrore non potè che trasformare quel suolo in un luogo senza tempo, in un luogo sacro...Sacro all'Umanità tutta, senza distinzione di religione, in questo caso non ci deve essere...Santuario dell'Assurdità Umana, di quello che l'uomo può arrivare a fare, di quello che l'Uomo NON deve più fare!

E poi, quei mucchi di vestiti, accatastati, i denti...eh si...i denti...gli occhiali...sembrava un film...ma poi, capivi, che erano i film ad attingere da quello, dalla realtà, che, in questo caso, era di più dell'immaginazione...

Non meravigliamoci di quello che sentiamo tutti i giorni alla TV o leggiamo sui giornali...ricordiamoci solo che l'uomo può spingersi molto oltre...ed il 27/01 deve essere questo ricordo, il ricordo di quell'Oltre che mai più dovremmo toccare...mai più rivivere!

Teniamo vivo il ricordo, teniamo vivo il sentimento e, purtroppo, teniamo viva la paura...

« Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per un pezzo di pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi. »
(da "Se questo è un uomo" di Primo Levi)

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